Il pazzo è nell’aria

Pare crivello irrisolvibile la quadratura del cerchio, che vi fu paesano mio di cui non frequentai medesime scuole per sfalsamento d’anagrafica, tale Archimede d’aggettivazione pitagorica, che disse che tale cosa non è possibile. Quale assioma derivato c’è ovvietà che chi nasce torto dritto non diventa, che è come dire che se sei tondo non ti fai quadrato nemmanco a smoccolare in aramaico. Ad evidenza di fatto mi faccio persuaso – che è cosa ormai ovvia financo a me che faccio d’arrivo a deliberazione cosa di ritardo – ch’ebbi torto sempre e comunque. Dunque, qualunque cosa io scriva o dica è sbagliata per definizione di dogma.

Che seppure immaginassi d’aver ragione, e mi capita a presupposto di narcisistica presunzione, io sarei a destino individuato quale pazzo. E cos’è la pazzia? Forse solo deviazione standard da comportamenti normali, quelli che tengono i più, che accettano codifiche, quali che siano le consegne. Il pazzo, il dago, il reietto, il miserabile, meglio non guardarlo, non vederlo, lasciarlo nell’ombra è meglio, che i suoi connotati rimangano indefiniti, solo un’ombra sullo sfondo colorato e rutilante della “moda” (concetto statistico.matematico, come da definizione “la moda (o norma) di una distribuzione di frequenza X è la modalità (o la classe di modalità) caratterizzata dalla massima frequenza. In altre parole, è il valore che compare più frequentemente”).

Il pazzo va posto a luogo di delirio contrassegnato a precisione, che non vi siano possibilità di contatto col mondo normale. In definitiva io sono pazzo, mi ci ritrovo ad esserlo non da solo, pare che altri ve ne siano in giro, pochi ma brutti, talune volte criminali.

È pazzo chi dice che se c’è alluvione che sommerge lo mondo e vento a tempesta è cosa da clima che cambia, cemento fin sopra capello. Ma norma, sanità di mente a decreto e legge d’istituzione sacra ed inviolabile è che non che non se ne può più d’ambientalismo che insozza e blocca traffico. Pure grandi tra grandi dicono che per far pace bisogna far grande guerra e se uno dice facciamo fermo immagine che parlarsi è meglio che spararsi, fosse anche papa in persona, è pazzo. Ma allora, facciamo precisione a mondo dei pazzi, riapriamo i manicomi e mettiamoci dentro pacifisti, ambientalisti, creature solidali. Meglio, facciamo sostituzione etnica d’Africa che ce li mandiamo tutti coi barconi a fatto di foglio di via, rilancio di posta.

“…la nave dei folli non era, poi, totalmente un parto della fantasia. Al contrario, era piuttosto comune la prassi di allontanare i matti dalla comunità dei normali, eventualmente proprio affidandoli a gente di mare. Accadeva spesso che venissero affidati a battellieri, a Francoforte, nel 1399, alcuni marinai vengono incaricati di sbarazzare la città di un folle che passeggiava nudo. Le città europee hanno spesso dovuto veder approdare queste navi di folli”. (Michel Foucault)

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10 risposte a "Il pazzo è nell’aria"

  1. Vedere la verità dei fatti oltre la narrazione che muta le cose è pazzia. Tutto ciò che porta fuori da un pensiero conforme genera fastidio e se va bene viene considerato bizzarro. Così molti tacciono e fanno finta d’essere “sani”, altri scavano nell’arte e vedono la meraviglia dove s’annida. Anche questi, magari celebrati, devono stare nel loro recinto. A tutti viene negata la felicità d’essere. Pensando alla tua nave dei folli mi è venuto a mente che chiunque s’allontana da una riva e cerca natura e ignoto, ha in sé la pazzia che ha spinto l’umanità a crescere e a cogliere il bello. Grazie per ogni tuo suggerire che porta altrove.

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