Fluidità di salvagente.
Siamo fluidi, acqua che scorre. Ora è qui, fra un qualche po’ se ne va da altra parte che non la vedo più, quella di prima intendo. Io l’acqua l’avrei lasciata stare, ma non mi veniva altro di meglio per esprimere pensieri comunque confusi, pure, a crisi climatica, è a sottolineatura che questa cosa dell’acqua è metafora e basta. Che è così che siamo, scorriamo per gravità, ma tale cosa, la gravità, non pare va nella direzione sua giusta, nemmeno dove la porta il cuore, l’occhio o la ragione, che pare che c’è direttorio che dice “va di qua, anzi no, va di là!” Io, al massimo, vado di musica.
Insomma, siamo sempre a far discussione di salvataggio, però facciamo spesso di cosa altra, ché il morto d’annego un attimo può attendere, mica si può parlare sempre di quello. E poi, a caso ultimo, che c’entriamo se è morto d’annego che non ebbe rispetto per linea ritta che tracciammo a lapis su carta precisa di globo terracqueo, che quella parla chiaro e dice che fece morto da parte sbagliata, dunque non è a competenza che si butta salvagente?






Ma siamo fluidi, liquidi come chiare, fresche, dolci acque, e c’è ora cosa più impellente che occorre a salvataggio di subito e adesso, che quello fece a metto d’accordo tutti, i belli e i brutti, ché lì non si vide confine esatto, è cosa che dogana non è data a elevazione, nemmanco ci fu petizione a costruzione di muro elevatissimo. E si, perché banca di silicone, che è valle che rese globo terracqueo assai fluido, dunque più globacqueo, pure se a secco di cosa esatta d’accadueo, tracima da serbatoio suo e se ne va a giro di mondo che rischia che fa effetto domino. Ma qui nessuno dice vai a rovinare a casa tua che non si parte da là. Ma come, ancora, ma non s’era detto basta? Che se c’è cristoncroce a disperazione che annega si dice io che c’entro, se affoga banca c’è crisi globale e tutti a straccio di vesti. Sarà che sono scemo e non capisco. Si, lo so, c’è il mercato, l’impresa e quella dà lavoro… ma non sarà che c’è tasso d’avidità un tantino che spinge a certe operazioni che paiono da scafisti a carico di disgraziato? Che mi racconta collega che lui va in pensione ma che la liquidazione subito lo stato non gliela dà, pure se sono soldi suoi. Ma stato caritatevole dice che ha fatto accordo con banca precisissima di stupefacente solidità, che i soldi te li dà lei pure se sono soldi tuoi e tu gli paghi interesse cospicuo. Ma quelli sono soldi suoi e se se li deve pagare mi pare cosa da strozzo. Ma io di queste cose elevatissime ci capisco poco. Pure poco ci capisco che uno si fa mutuo e gli dicono questa è rata, un po’ cambia, ma si spera che è a cosa di meno e invece si fa rata da sequestro di persona. Dunque, operazioni tali e altre, pare si configurano come salvagente. E quella, banca, intendo come sistema, annega uguale. Quando verrà tempo mio dirò aspetto tempi negletti di stato democratico per liquidazione, e a banca faccio tiè, che il salvagente non glielo compro. Però poi, a vedere bene siamo a gettare salvagente sempre a codesta strana gente che non ebbe nome, o da qui o da lì. Pure ce lo gettiamo noi detto salvagente, che ce lo frugano a tasca vuota. Che è gente che trascina ad annego tanti altri a disgrazia definitiva per mondo intero. Insomma, se a scafista dico che lo becco, a questo che gli devo fare? Si, lo so, questa è gente che davanti alla giustizia soffre assai di più che povero derelitto. È che siamo fluidi, passiamo da cosa di passione ad altra che ci interessa di più, ma io, d’ultimo, è meglio che mi concentro a fluido di vino rosso, pure qua ho messo un paio di canzoncine che mi tengo ad impegno altro di mente per mezzoretta buona e mi sbuccio le fave secche.