Radio Pirata 59 (per destini fulgidi e progressivi)
Radio Pirata torna, dopo lunga e sofferta assenza, per puntatissima di grande musica e notizia Cinquantanovesima che nessuno sperava ci si arrivava così, a puro slancio di lancia in resta. Che c’è cosa di cui conversare con sereno distacco di felice fine estate al calor bianco per ripresa di stagione di lavoro che comincia benissimo. Che si va subito di musica con pezzo riempipista a far muovere chiappe stanche.
E se stagione di lavoro ventre a terra comincia è bene che sia a gran carriera, anzi a locomotiva che sfila via come cosa viva, che lascia a casa cinque in disgrazia affratellati di giovane età ancora, a ben lontano da pensione che su cedolino INPS c’è scritto fine pena mai. Che salario pare cosa poca a pagar rito funebre per chi resta e fruga a tasche spente per cercar obolo di esperto a tumulazione rapida ed efficace di caro congiunto, ma pure se è disgiunto tocca pagare.
Ed è tempo di grande sollucchero per branco un po’ qui un po’ là, che rammarico pare che sia branco di colore inesatto che s’era di colore giusto c’era grande indignazione a maggior condivisione. Ma c’è gran parlare a chi dice che è cosa disdicevole assai per fanciulla che si fa beverone che s’incorre in pericolo. Io, che non m’adeguo, dico che è giusto, non per pericolo crescente di lupo famelico – ma sarà lupo famelico? – ma perché se tot di popolazione rinuncia a beverone mercato soffre e prezzo cala, e io acquisto a prezzo più composto pe certe esigenze mie di dissetamento.
Grande artista fa cagnara che esegue lectio magistralis di portata epocale e pubblico non capisce, non smentisce sua natura equivoca, che se non capisce, com’è giusto che sottolinea generalissimo in grande best seller, non è normale e se non è normale come minimo è di deviazione assai manifesta. Che siamo figli dei tempi, «pronipoti di sua maestà il denaro», tanto per citare qualcuno che fu tirato in ballo per botteghino facile di smercio di roba di pregio non ancora conclamato.
Che Radio ricorda sbarco a mille mila di migliaia di disperato a cerca di ventura, quota parte del quale si fa a mangime ad ingrasso di pesce, e tira in ballo tale che cerca notorietà ad antenne di prestigiosissima emittente quale questa è senza tema d’esser seconda ad eventuale concorrenza.
“Il mare non ha il colore del vino, ha ragione il professore. Forse nella prima aurora, o nel tramonto: ma non in quest’ora. Eppure, il bambino ha colto qualcosa di vero: forse l’effetto, come di vino, che un mare come questo produce. Non ubriaca: s’impadronisce dei pensieri, suscita antica saggezza”.
Radio Pirata ringrazia ogni ascoltatrice, pure ogni ascoltatore – ma con riserva – e vi dà degno appuntamento a grande celebrazione per puntatona che si fece a Sessanta dove magari si potrebbe parlare di futilità materiali come cambio di clima che non c’è ma fa casa scoperchiata ed alluvioncino di qua e di là, guerra che non si finisce e s’allarga ad ogni dove, ma fa mercato a guadagno facile d’arma o raddoppia.