Faccio cose, vedo gente

Mi faccio vivo a rapido passaggio, ché non m’è dato di più. Mi passa periodo che mi sovviene di specificare che mi sarebbe d’aggrado non vedere nessuno, fare niente pure. Dimensione che m’appartiene assai, non far niente non veder nessuno. Ché nessuno vuol vedere suoi simili a vuoto similare di tanto in tanto, al più gradirei di starmene a favor di scoglio a tranquillità conclamata ed invece pare periodo di tregenda a veder troppi, a far di più. Mi concedo pausa a conversazione a tra i sassi amati e musica a fatto d’intransigenza.

Poiché s’avvicina, ad ogni evenienza, momento di mio ricongiungimento con amate sponde, mi preme di dire che quelle furono a me, pure a distanza, occasione di struggimento autentico che mare che mi diede natale – suo e mio malgrado – pare tomba diffusa, bara fissa a permanenza ché morto d’annego si fece tale ad esclusiva colpa sua e chi salva lo fece a contrariato coro di sdegno. Non faccio troppo a dire che già mi basta farne parecchio fuori di pagina di bloghettino, ma vi lascio a zattera precisa che anticipò miei pensieri a modo di grande suggestione.

«E sono scampato io solo per informartene… Il dramma è finito. Perché allora qualcuno si fa avanti?… Perché uno scampò al naufragio. Capitò che dopo la sparizione del Parsi, io fui quello che i Fati destinarono a prendere il posto del prodiere di Achab, quando questo prodiere assunse il posto vacante; e io fui quello che, quando l’ultimo giorno i tre furono sbalzati in acqua dall’urto, cadde a poppa. Così, galleggiando sul margine della scena che seguì, e dominandola tutta, quando il risucchio semispento della nave affondata mi prese, fui allora tirato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando ci arrivai, s’era placato in un pantano di spuma. Torno torno, allora, e sempre attratto dal nero bottone della bolla, all’asse di quel cerchio che roteava lento, girai come un altro Issione. Finché, nel toccare quel centro vitale, la bolla nera esplose; e ora, sganciata dalla sua molla ingegnosa, e saltando a galla con forza per essere così leggera, la cassa da morto-salvagente balzò quant’era lunga dal mare, ricadde, e mi galleggiò accanto. Sostenuto da quella bara, per quasi tutto un giorno e una notte, galleggiai su un mare morbido e funereo. Senza toccarmi, i pescicani mi guizzavano accanto come avessero lucchetti alle bocche; i falchi selvaggi del mare passavano coi becchi inguainati. Il secondo giorno, una vela mi venne vicina, sempre più vicina, e mi raccolse alla fine. Era la Rachele che andava bordeggiando, e che nel rifare la sua rotta in cerca dei figli perduti, trovò solo un altro orfano.” (Herman Melville)


34 risposte a "Faccio cose, vedo gente"

      1. Grazie a te per la risposta! Colgo l’occasione per dirti che ho appena pubblicato un nuovo post, dedicato a una delle persone più importanti della mia vita… spero che ti piaccia! 🙂

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      1. Container di dolci per Giò in arrivooooooooooooo, 🥠🍡🥮🍧🍨🍰🧁🥧🎂🍮🍭🍬🥠🍡🥮🍧🍨🍦🍰🧁🥧🎂🍮🍭🍬🥠🥮🍡🍦🍨🍧🥧🧁🍰🍭🍮🎂🍬🥠🍡🥮🍧🍨🍦🍰🧁🥧🎂🍮🍭🍬! 😅😅😅😅

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