La terra trema

I giornalisti sono impermeabili a tutto. Arrivano sul cadavere caldo, sulla partita, a teatro, sul villaggio terremotato, e hanno già il pezzo incorporato. Il mondo frana sotto i loro piedi, s’inabissa davanti ai loro taccuini, e tutto quanto per loro è intercambiabile letame da tradurre in un preconfezionato compulsare di cavolate sulla tastiera. Cinici? No frigidi.” (Carmelo Bene)

Io glielo dissi a tal vecchio conoscente che mi disse che patria sua si chiamava Kurdistan, glielo dissi chiaro e tondo che patria sua non era ad esistere. Ch’egli e suoi fratelli e sue sorelle nacquero a posto sbagliato e idea distorta ch’era difficile costruire a vestito loro narrazione di ferocia. Ch’essi avevano donne a pari di uomini, pure poi si misero a far pratica di democrazia e quella, con desiderio di casa propria a diritto manifesto di libertà, difesero coi denti senza manco possedere terra propria a farne pratica. Non ci fu per essi dichiarazione quale esempio di nuovo rinascimento da politicume a soldo, nemmeno solidarietà di grande occidente di valore di libertà. Già che c’erano difesero pure casa nostra da tagliagole, se ne fecero muraglia a vittima sacrificale. Ma si fecero arroganti che chiesero armi che non fossero mitragliette ad inceppo automatico, mica mega missile balistico e carrarmato per difesa di maledetta frontiera che non fu mai tale. Dunque finirono a silenzio globale a farsi vittima di bomba di questo o quel califfo, taluno a tanto petrolio talaltro ad alleanza militar-sacra con occidente inviolabile e muro di difesa elevatissimo. Ed ora che terra ebbe a tremare con grande spavento e ammazzati ne ebbe a fasci di migliaia, c’è pianto commosso, ma non azzardatevi a fuggir via per fame e lutto, che ci sarà blocco navale pure a cima di Carpazi e disperazione di oblio vi sarà concessa come altre volte si riservò a voi e ad altri mille mila miliardi a disperazione. Noi abbiamo cose serie cui far fede, che non si sa ancora qual canzoncina sarà ad alloro di primato.

Tra le tende dopo il terremoto
i bambini giocano a palla avvelenata,
al mondo, ai quattro cantoni,
a guardie e ladri, la vita rimbalza
elastica, non vuole
altro che vivere.

(Gianni Rodari)