Non mi sottraggo a valutazioni del voto

Non posso mica farmi a sottrazione d’analisi del voto, che di mia coscienza civica d’impegno assai sociale ve ne sarebbe poi soltanto traccia residua. Che quindi non m’astengo a siffatta valutazione che di risultato scontato val la pena di chiacchierare. Prima, che mi pare cosa assai importante, vado di musica, ma non di qualsiasi musica, musica giusta a chi se ne andò giusto a tempo di penultima consultazione. Non legherei le cose, se non altro per gratitudine a chi ci deliziò di nota imprevedibile.

Insomma, valutazione del voto è che prescinde da risultato che pareva già scritto, ma non v’era a confronto di disfida durissima molto più di quanto non emerse da feroce dibattito elettorale – ne assistetti a taluni fulmicotonanti giusto di recente – tra contendenti di grande arguzia e spessore per contendimento di presidenza a nuovo mandato di Circolo della Bocciofila. Ché se c’è rischio di scoppio universale di bomba che tutto pianeta pare Hiroshima, non è a discussione come faccio a fare disinnesco, ma da quale parte pigio pulsante per spettacolo di fungo atomico. Se cambio di clima fa disastro pure a tempo di fine estate, che paeselli a placidi torrentelli paiono terre di grandi e furibondi monsoni, che fertili pianure, granai patrii, paiono Patagonie di disperazione, senza manco orizzonte a sguardo libero per affanno d’assembramenti a capannone dismesso, a campagna elettorale pare tutto a scordo che mantenimento di grande trogolo non consente visione globale di smetto foraggio in quanto tale, nemmeno foraggio di bomba.

S’ode a destra squillo di tromba, da sinistra risponde gran sbadiglio, che a continuo potrei per pagine e pagine. Ma io son nessuno, e tale resto, pure se, d’improvviso, mi trovai a maggioranza di paese, primo partito senza appello, in fulminante ascesa ma che non va a governo, né ad altra istituzione – io manco a direttivo di bocciofila – né mai ci andrà. Ma quanto mi parve inutile il chiacchiericcio postumo d’ogni speranza, che non s’udì voce alcuna a dire smetto guerra, se non quella di taluni che dissero che quella si smette, altra continui a sterminio di popolo che a valuta di cambio d’umanità non parve niente.