Migranti si è per forza, solo che si nasca in cima a un monte, oppure sullo scoglio più basso che d’alghe e sonno si riempie con la marea. Solo che ti affacci da una finestra e gli occhi se ne vanno fin dove possono – loro – per istinto, e non dove gli viene detto che possono andare. Migranti si nasce, dunque, non ci diventi solo se ti devi mettere a camminare. Se hai mare davanti, per forza sei migrante anche se non ti piace, perché qualcuno o un’onda, che s’è contrariata di vento o bufera, lì ti ci ha portato, pure prima che tu nascessi. Hai voglia di metterti a costruire frangiflutti, tanto l’onda arriva comunque, come sorge il sole e cala la notte.
Perché l’onda è ignorante, mica le puoi dire “questa è casa mia”. Non capisce, s’arrabbata un poco lì per d’intorno, prima senza dare nell’occhio, poi – se le prendono i cinque minuti – si schianta col tonfo e la schiuma sullo scoglio. Forse ti dà il tempo di scansarti, ma certe volte pure t’acchiappa di risacca. E lì è deriva, e dove ti porta lo sa il Cielo. Questa è la storia dell’uomo. Si gioca su un’onda che scavalchi, come argonauta, sfiorando la cresta di Scilla, ballando un tanghettino stonato con Cariddi, tanto, più che un tanghero non sei, così diranno, se te ne stai su uno scoglio ad aspettare l’onda giusta. Che poi ci sta che quella non arriva mai. E pari Penelope che ricama la tela, la cuce e la riscuce, sotto sotto, è mia opinione, poi compiacendosi del reiterarsi del gesto. Magari pensa ad Ulisse che torna, e le viene da pensare “ma che gli dico a questo, dopo tutto questo tempo, se mi s’appresenta d’improvviso?”. Il fatto è che l’attesa, tanto più su uno scoglio, non è più attesa, diventa condizione dell’esistere, t’allunga pure la vita. Vedi Argo, che quando smette d’aspettare si fa il volo del Grande Tacchino nel giorno del ringraziamento e pure dopo ch’è campato quanto mai altri, praticamente tutta un’Iliade ed un’Odissea. Quindi, l’onda, quella giusta intendo, forse arriva, forse no. Ma se non arriva che ci fa? Basta che lo scoglio su cui ti sei seduto ad aspettare sia bello comodo, non di quelli unghiosi che non trovi mai la posizione.

Ma che non ci sarà uno scoglio comodo davanti a tutta quell’acqua? Che poi anche tutta quell’acqua, pure salata, che ci pensi e ci ripensi, a che ti serve tutta quell’acqua salata? Di bere non si beve e ti tocca portarti un fiasco di vino rosso che è fatto con l’uva là dietro, che s’è innaffiata di salmastro, così sa di terra e pure di mare. E te ne puoi stare là tutta una vita a spiare l’orizzonte, per capire se laggiù qualcosa si muove, visto che non ti puoi muovere tu che l’onda giusta ancora non l’hai vista. Però sempre migrante resti, che t’è partita già l’anima oltre l’orizzonte, s’è fatta più d’un giro e poi è tornata. Che soddisfazione starsene fermi sullo scoglio, t’allunga la vita, mi pare l’ho detto questo.
e mi è piaciuto questo parallelismo, questa accezione del migrare. Sì, mi è piaciuta, proprio.
"Mi piace"Piace a 2 people
E mi fa piacere assai che ti sia piaciuto.🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
Che stile! Mi piace molto, assomiglia a un vero e proprio dialogo tra un migrante e il suo mare. “Migrante si nasce”,…un concetto interessante. Quindi il mare è l’artefice della condizione di migrante?
"Mi piace"Piace a 2 people
Il mare è artefice di tante cose. Il migrante si rivolge al mare perché ha necessità d’infinita libertà.
"Mi piace"Piace a 2 people
Grazie della spiegazione. Ora mi è più chiaro il messaggio che volevi trasmettere. Inoltre ci tengo a dirti che ho amato leggere di Scilla e Carriddi…Ulisse e Penelope… Quanta poesia! La tua scrittura mi ricorda molto quella di uno degli scrittori che più ho apprezzato nelle lezioni di italiano. Giovanni Verga. L’opera de “I Malavoglia” è così attuale e guarda un po’? Anche lì c’era uno scoglio! È davvero piacevole leggerti, grazie. Magari mi sbaglio ma ti chiedo insapori la tua scrittura con termini popolari e dialettali? Il mio intuito mi dice di sì, ma chiedo conferma a te che ne sei l’autore
"Mi piace"Piace a 1 persona
Attingo dove c’è modo di attingere, che sia dialetto, linguaggio aulico o popolare per me non fa differenza. E Verga non è nato molto lontano da me. Per cui m’approfitto, ché lui non se ne duole
"Mi piace"Piace a 1 persona
Come spesso accade i tuoi scritti mi portano sempre lontano, nella letteratura, nella poesia. Stavolta mi hanno portata da Montale, nelle ultime strofe della poesia ” Falsetto ” che sicuramente conoscerai :
” poi ridi, e come spiccata da un vento
t’abbatti fra le braccia
del tuo divino amico che t’afferra.”
"Mi piace"Piace a 2 people
Grazie, e mi provoca una certa vertigine aver evocato Montale. Buon weekend 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Allora io sono mare! Vagabondando di qua e là dove ti porta l’onda, rapita alla ricerca della libertà 🌷😉
"Mi piace"Piace a 1 persona
Perfetto, perfetto direi.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Mi è molto piaciuto il secondo brano, tanto malinconico 👍🌷
"Mi piace"Piace a 1 persona
Si è un gran pezzo, sa accompagnare i viaggi. Pure quelli che si fanno da fermi
"Mi piace"Piace a 1 persona
Vivo in Sardegna, circondata dal mare. Siamo migranti da sempre.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Per forza. Bisogna che se ne accetti l’evidenza tutti, sarebbe come ritrovarsi.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ho twittato questo tuo splendido brano sui migranti, sul migrare, sull’essere migrante anche da terraferma. Spero non ti dispiaccia. Mi è piaciuto molto.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Figurati, anzi, se c’è circolazione pare d’essere a mare aperto.
"Mi piace"Piace a 1 persona
🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona