Vicoli

A certe ore del giorno, di domenica assai più facile, quando c’è tale caldo che non ti fa fare passo alcuno senza ansimo, che pari pesce fuori dall’acqua, c’è quel silenzio che di frenesie estive fece come la scolorina su vecchi fogli. Non c’è vicolo che non paia rivestito d’ovatta, scalinata desertificata, nemmeno dalle poche case abitate si sente arrivare suono alcuno. Un po’ di suono ve lo do io, d’accompagno per il resto.

Per complesse ragioni che mi viene a certezza non rappresentano interesse vivo per chi si trova qui ed ora, mi tocca di attraversarne tanti di vicoli, stradine scoscese, scalinate ripide e lucide d’usura. Fortuna volle che il tragitto è tutto in discesa, che è cosa miracolistica che ho sempre avuto pensiero che tutte le strade qui fossero in salita, a prescindere da versi di percorrenza. Graziato dal Dio della gravità che di fiato non mi fece richiesta ad usura, feci a passo di relativa sveltezza rimanenza di mio viaggio. Ma che bellezza che il viaggio fu di esplorazione autentica, pure se a tale percorso sono aduso per percorrenza di mille mila volte. Il silenzio è magnifico cicerone, guida di turismo impeccabile, che non è ad assillo con ti spiego questo, ti spiego quello, che senti suono di casa antica e diruta come se ti parlasse, d’architrave sbilenco t’avverti di racconto di suoi pesi, di intonaco su intonaco, a scrostarsi a turno, di portone divelto e a scricchiolio pure di leggera brezza, ci s’addivede che c’è novella da narrare pure per loro. Mi feci a capo cosparso di cenere che non ebbi ad accompagno macchina fotografica, che mi tocca di riciclo d’immagine di medesimo tragitto ad occasione e stagione altra.

A mezza costa, a meta quasi giunta, a caviglia e ginocchio ancora a reggenza discreta, ci fu targa che mi disse di natali lì di tal poeta aulico, che mi venne a mente sua poesia, che forse egli ancor bambino visse medesima esperienza.

Mi richiama talvolta la tua voce,
e non so che cieli ed acque
mi si svegliano dentro:
una rete di sole che si smaglia
sui tuoi muri ch’erano a sera
un dondolio di lampade
dalle botteghe tarde
piene di vento e di tristezza.

Altro tempo: un telaio batteva nel cortile
E s’udiva la notte un pianto
Di cuccioli e di bambini.

Vicolo: una croce di case
Che si chiamano piano,
e non sanno ch’ è paura
di restare sole nel buio.

(Salvatore Quasimodo)


33 risposte a "Vicoli"

  1. Giò , maestro di penna fluida ,ironica e colta , maestro di fotografia sempre belle , e maestro di percorsi , per gravità e per allenamento , forse per entrambi.
    Bravo 👏
    Vorrei dirti di più e di meglio, ma ora mi sento sfinita come un bardotto grigio quasi bianco , con lo zoccolo rotto ai piedi e in testa anche se è dura ! Ciao

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  2. Adoro camminare nei vicoli. Qui da me c’è la vera Civitanova, quella che oggi chiamano Civitanova Alta, che è una meraviglia di vicoletti tutti da scoprire. Maari un giorno farò delle foto anch’io, se Lily al guinzaglio permette 🙂

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      1. Sei stato qui? Allora sai quanto sia bella e in abbandono purtroppo! ma i suoi vicoli sono incantevoli, perché la gente che ci abita li cura con amore!

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      2. Qui di cura non c’è nulla. Siamo stati addirittura declassati a “quartiere”, ci hanno tolto il CAP. Tutta l’attenzione e i soldi pubblici sono per il “Porto”. Quello della movida. E delle risse.

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